Come  esprimere le emozioni e viversi in armonia

Si sente spesso dire che bisogna essere sempre se stessi, ma come si fa a farlo? Io credo di non conoscermi affatto, perché ho sempre pensato che bisogna mostrare, agli altri, la parte più accettabile e meno criticabile. Sono una persona sensibile e le critiche negative non le sopporto proprio. Ho 32 anni e sto cercando di inserirmi in un gruppo di ballo latino americano. Fin dall’inizio ho provato un ceto imbarazzo a rapportarmi con gli altri, loro avevano iniziato il corso qualche tempo prima di me, ed io mi sono sentito in un certo senso solo. Ho provato ad avere un atteggiamento simpatico, ma in tutta sincerità sapevo di fingere, provavo solo tanto imbarazzo. Perché? Io cerco sempre di sforzarmi ad essere simpatico, spiritoso e divertente, ma poi mi accorgo che, nonostante tutto, non risulto così. Ci sono persone, invece, che sanno come accaparrarsi la simpatia degli altri e risultare spontanei, perché, poi, te ne accorgi. Io, invece, faccio tanta fatica, soprattutto quando mi trovo in compagnia di ragazze. Cerco di mostrarmi nel modo che penso mi vogliano, ma fallisco sempre, non mi filano affatto, i miei amici riescono più facilmente di me, eppure non sono poi tanto più belli. Ho tanto da offrire, ad una donna, voglio sposarmi e costruirmi una famiglia, ne sento proprio il bisogno. Come posso fare a mostrare quello che sono, senza preoccuparmi di essere rifiutato? C’è un modo, una formula, a cui rifarsi, per vincere sempre in simpatia?

                                                                                                                          GIORGIO

 

La spontaneità, a volte, può farci paura, perché pensiamo che per piacere agli altri tutto deve essere calcolato e valutato, proprio per non incappare in atteggiamenti sgradevoli. Niente di più sbagliato, perché non possiamo sprecare le nostre energie per mettere a punto un copione da recitare ogni giorno, con il timore di non essere bravi, a recitarlo, e avere la paura che qualcuno prima o poi se ne accorga. Il disagio che si prova è molto forte e il copione lo metterà in evidenza. Allora, cosa bisogna fare? Essere se stessi. Cosa vuol dire essere se stessi ?  vuol dire: accettare, prima di tutto quello che siamo, perché il voler cambiare per gli altri, pensando di non andare bene, significa che non andiamo bene per noi. Se invece lasciamo valutare agli altri, quello che siamo, senza voler  apparire diversi, forse ci accorgeremmo di essere valorizzati e accettati, e se così non fosse, Bhé, sarebbe solo un loro problema. Lo stare male con noi stessi, nel senso di criticarci aspramente o meno, comporta una tensione emotiva interna che va, poi, a riversarsi sui tratti esterni del nostro viso. La tensione muscolare ci fa apparire impacciati e timidi, e la timidezza altro non è che il nascondere agli altri il copione che stiamo recitando con la paura di essere scoperti. Basta fingere quello che non siamo, impariamo ad accettarci e a vivere nella piena spontaneità, è meglio un errore spontaneo che un errore da copione. La spontaneità trasmette emozioni pure, il copione trasmette finzione ed ipocrisia, con l’aggravante di sentirci finti, bugiardi e inadeguati in ogni circostanza, perché creare copioni per ogni circostanza è veramente faticoso! Cominciamo, allora, ad essere coraggiosi, sì, perché ci vuole coraggio per mettere a nudo quello che siamo, però, Giorgio, le posso garantire che superata la prima volta, tutto diventa più semplice e l’orgoglio di essere quello che siamo supera di gran lunga l’immaginazione del copione.

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