Reset Psicologico

E’ un metodo innovativo e rivoluzionario che permette di eliminare le emozioni disturbanti senza che il paziente debba descriverle. Non c’è bisogno di spiegare il disturbo dettagliatamente, se il soggetto non vuole farlo, spesso, neanche lui conosce bene la causa del suo disagio, ma è sufficiente che egli voglia eliminare la propria sofferenza emotiva per poterla cancellare. A volte non si va dal terapeuta, perché non si vogliono descrivere episodi della propria vita di cui ci si vergogna.

COME FUNZIONA
Con il “reset psicologico” non c’è bisogno di descrivere l’episodio che appare alla mente, ma durante la seduta è sufficiente lasciare spazio all’inconscio perché egli possa lavorare dopo che il terapeuta, con questo metodo, lo abbia “avviato”.

Metodo Rivoluzionario

Con il “reset psicologico” si riescono a scaricare le emozioni, avere la piena consapevolezza delle problematiche e sapere come risolverle. Si ha una specie di rivelazione che viene dal di dentro, e non c’è bisogno di descrivere alcunché al terapeuta, non serve, perché tutto avviene automaticamente, lasciando il soggetto piacevolmente sorpreso. Arrivano rivelazioni spontanee e consapevolezze che portano alla completa comprensione dei propri stati di disagio, e tutto questo senza descrivere nulla al terapeuta durante la seduta. Il terapeuta non è più l’intermediario fra l’emozione disturbante ed il paziente, ma è il conduttore esterno di un processo mentale avviato semplicemente utilizzando le parole chiave di un file mentale che contiene tutto ciò che va “resettato” per poi lasciar scorrere il normale flusso energetico. L’inconscio: il nostro “registratore” lavora per frammenti, non ha logica, né tempo e né spazio. Ogni registrazione emotiva rimane intatta nel tempo, sia come immagine che come sensazione. Allora, perché far descrivere un ricordo con l’aiuto della logica della coscienza quando, invece, possiamo utilizzare quei frammenti come le “chiavi” per scaricare le emozioni? I frammenti creano associazioni e quando non arrivano alla coscienza le percepiamo come sensazioni. Non importa se l’associazione inconscia non arrivi alla coscienza logica, perché l’aspetto più importante di questo metodo è quello di svuotare la mente dalle emozioni disturbanti che creano i meccanismi di difesa che altri non sono che i sintomi che il paziente porta in terapia.

COME NASCE
Nasce dall’ “ABREAZIONE AUTOGENA”  e  “SCARICA DELLA MENTE”.

Prima di descrivere, in linee generali, il metodo, vorrei far comprendere come sono arrivata ad “assemblarlo”. Molto tempo fa mi specializzai in psicoterapia presso la scuola CISPAT di Padova, e lì imparai il metodo della “Abreazione Autogena” che consisteva nel predisporre il paziente, disteso sul lettino, alla descrizione dell’emozione disturbante che veniva registrata e poi  sbobinata a casa dal paziente stesso, per poi rileggersela più volte al giorno per scaricare l’emozione. Tutto questo si poteva fare solo se il paziente arrivava spontaneamente alla descrizione di quell’episodio, e se a casa lavorava sull’emozione. A volte, però, la seduta falliva perché il paziente faceva resistenza, in quanto non era facile per lui descrivere situazioni di cui  si vergognava. Trasformai “l’Abreazione Autogena” in “Scarica della Mente”, perché in questo modo evitavo la registrazione dell’episodio, che poteva creare tensioni a casa, per scaricarlo direttamente in seduta con la ripetizione del vissuto dell’episodio stesso. Non è ipnosi, perché i soggetti non sono mai stati condizionati dall’esterno, ma sempre presenti a se stessi e consapevoli di quello che stavano facendo, rivivendo semplicemente l’emozione disturbante circoscritta al trauma subito. La “scarica della mente”, però, da sola, non riusciva più a soddisfare quegli obiettivi di riuscita terapeutica a cui io anelavo. Bisognava mettere ad agio mentale il soggetto, farlo sentire “protetto” da se stesso e non dal terapeuta, sicuro che tutto ciò che sarebbe emerso alla sua mente non sarebbe stato condiviso con nessuno se non con se stesso.

LA PSICOTERAPIA CLASSICA
Siamo stati abituati a pensare alla psicoterapia come a qualcosa di utile se solo veniva raccontata l’emozione al terapeuta, altrimenti, egli, non avrebbe potuto aiutarci. Raccontare, descrivere nei minimi dettagli tutto ciò che affiorava alla mente per riuscire ad individuare la causa,  per riuscire a trovare una soluzione, e nei peggiori dei casi a dare consigli, ciò che un terapeuta non dovrebbe mai fare. Nella psicoterapia classica si cerca di far lavorare la coscienza alla velocità dell’inconscio, cosa impossibile, perché l’inconscio lavora con altri ritmi e con associazioni illogiche alla coscienza.

COSCIENZA E INCONSCIO
L’inconscio riesce a fare infinite associazioni senza che la coscienza riesca a rendersene conto perché è molto veloce, nel farlo, e ce ne accorgiamo solo attraverso le sensazioni fisiche ed emotive, senza però riuscire a capire da dove vengano. Il non saperlo ci destabilizza e ci disorienta, e siccome la nostra mente è abituata a darsi la spiegazione su tutto ciò che proviamo, allora cominciamo a dare colpe e responsabilità a tutto quello che ci sembra la causa del momento. Crediamo che la sofferenza derivi dal presente, ma puntualmente ci accorgiamo che quel momento lo abbiamo già vissuto tanti momenti fa… e a volte ci sorprendiamo a dire: “E’ sempre stato così”! Ma non riusciamo a dare spiegazioni se non quelle già ripetute all’infinito. Cosa non riesce a fare la coscienza rispetto all’inconscio? Essere veloce, utilizzare tutti i dati a disposizione ed arrivare velocemente alla risoluzione di ogni problema.

IL NUOVO METODO RIVOLUZIONARIO DEL “RESET PSICOLOGICO”
Con il “reset psicologico” si riescono a scaricare le emozioni, avere la piena consapevolezza delle problematiche e sapere come risolverle. Si ha una specie di rivelazione che viene dal di dentro, e non c’è bisogno di descrivere alcunché al terapeuta, non serve, perché tutto avviene automaticamente, lasciando il soggetto piacevolmente sorpreso. Arrivano rivelazioni spontanee e consapevolezze che portano alla completa comprensione dei propri stati di disagio, e tutto questo senza descrivere nulla al terapeuta durante la seduta. Il terapeuta non è più l’intermediario fra l’emozione disturbante ed il paziente, ma è il conduttore esterno di un processo mentale avviato semplicemente utilizzando le parole chiave di un file mentale che contiene tutto ciò che va “resettato” per poi lasciar scorrere il normale flusso energetico. L’inconscio: il nostro “registratore” lavora per frammenti, non ha logica, né tempo e né spazio. Ogni registrazione emotiva rimane intatta nel tempo, sia come immagine che come sensazione. Allora, perché far descrivere un ricordo con l’aiuto della logica della coscienza quando, invece, possiamo utilizzare quei frammenti come le “chiavi” per scaricare le emozioni? I frammenti creano associazioni e quando non arrivano alla coscienza le percepiamo come sensazioni. Non importa se l’associazione inconscia non arrivi alla coscienza logica, perché l’aspetto più importante di questo metodo è quello di svuotare la mente dalle emozioni disturbanti che creano i meccanismi di difesa che altri non sono che i sintomi che il paziente porta in terapia.

BASTANO POCHE SEDUTE
In pochissime sedute il soggetto riesce ad avere la piena consapevolezza e la soluzione ad ogni problema che lo affliggeva. Ogni situazione stressante ha la giusta risposta e la giusta soluzione, perché la rivelazione è immediata e chiara, ma soprattutto non proviene dall’esterno, perché sollecitata dal terapeuta, ma dall’interno, e quella consapevolezza risolutiva è ben diversa da quella acquisita con l’aiuto esterno. Insomma, quello che emerge non sono novità, sono cose che il soggetto sa, ma la rivelazione è ben diversa e determinante per la guarigione.

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